giovedì, Marzo 28, 2024
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Cup online in tilt, salta il sistema digitale: giornata da incubo. E la crisi si aggrava

Dalle due di notte i computer in tutta la regione sono andati ko. Il paradosso degli investimenti: la giunta Giani compra apparecchi di ultima generazione per la diagnostica ma mancano i radiologi

Disservizi, code agli sportelli per visite, esami, prelievi del sangue. Cup in tilt, impossibile fare e disdire prenotazioni. Stop anche alle ricette elettroniche. Nella società digitalizzata basta un piccolo guasto per far saltare un intero sistema che ha gambe fragili. E così ieri è stato. E’ stata sufficiente la classica goccia. Alle due del mattino sono saltati, per un guasto non meglio specificato (ma purtoppo ricorrente), i server nazionali di Sogei, la Società generale d’informatica controllata dal ministero dell’Economia che si occupa di gestire il supportato tecnico della sanità ma non solo. Un problema che, a cascata, ha causato problemi ai cittadini e ai lavoratori del sistema sanitario costretti ad abbandonare i computer e a procedere con i vecchi sistemi. Oppure a rimandare.

Tra i servizi ko le prescrizioni dematerializzate e tutti i servizi connessi (il Cup tradizionale e online, il sistema Zerocode per le analisi del sangue). Impossibile anche la ricerca delle anagrafiche degli assistiti tramite codice fiscale, se non già presente negli archivi del sistema sanitario; fuori uso il sistema di accesso alla tessera sanitaria; inaccessibili il portale tessera sanitaria e l’archivio delle spese mediche che in automatico finiscono nel 730 come spese detraibili. Insomma, una giornata da incubo. “Sono rimasta due ore in attesa allo sportello, avevo preso un permesso per andare a prenotare un esame che non si può fissare online”, racconta Raffaella infuriata davanti all’ingresso del presidio D’Annunzio a Firenze con la richiesta in mano. “Dovrò tornare un’altra volta”. C’è poco altro da fare. Anche se subito arrivano le scuse della Regione “in attesa del rispristino, che non si sa al momento quando potrà avvenire. Da subito, attraverso i sistemi automatici regionali di monitoraggio e di allerta, abbiamo notato le anomalie e ci siamo messi in contatto con il servizio di assistenza nazionale”. Il sistema ha ripreso a funzionare alle tre del pomeriggio. Tardi per salvare la giornata.

Il blackout ha messo in allarme i vertici della sanità toscana. Se il guasto non è dipeso da problemi interni c’è la consapevolezza che l’infrastruttura tecnologica della Regione è fragile e vetusta.

server reggono male la mole di dati che dovrebbero girare con rapidità sul sistema. E che invece faticano. Oggi si lavora con il ’cloud’ , mentre il Tx – il sistema regionale – conta un numero gigantesco di server, concentrati all’Osmannoro. Al super centro informatico affluiscono tutti i sistemi informativi. E per l’estrema obsolescenza si blocca spesso, talvolta completamente, talaltra su sistemi di singoli ospedali o Asl. Con disagi per cittadini e operatori. Come ieri si ripetono problemi per la prescrizione dematerializzata dei farmaci e per il trasporto sanitario. Una roba da preistoria della tecnologia che fa tremare. Da risolvere. Perché se, con squillo di trombe, la Regione ha annunciato l’acquisto di 67 milioni di nuovi apparecchi per la diagnostica, si sappia che almeno il 50% per ora non potrà essere utilizzato per carenza di personale: non solo medici, i tecnici di radiologia non si trovano con il lanternino.

Cosa c’è che non va? Tanto per l’intersindacale medica che ieri è tornata all’attacco con un comunicato rabbioso. Il suo “monito” suona come un ultimatum per le politiche regionali “degli annunci e pochi fatti”. Si mettono in fila tutti i problemi, dal pronto soccorso alle assunzioni col contagocce, avvisando che “non sono state messe in atto iniziative” di protesta per senso di responsabilità verso i cittadini. Ma ora “la misura è colma”. Arriva forte il richiamo all’occupazione’ di universitari alla guida di unità operative nelle aziende sanitarie. Il sindacato dei medici ospedalieri Anaao ha fatto richiesta di accesso agli atti per l’assegnazione di tre strutture a universitari all’Asl Toscana centro, li faranno valutare a legali per valutarne l’impugnazione. “La Regione scelga se vuole avere un dialogo con gli operatori che tutti i giorni tirano la carretta della sanità o preferisce, per tramite dei suoi direttori generali, inchinarsi all’Università e perseguire in una politica che porta all’abbandono del sistema sanitario e alla conseguente fuga dei professionisti dalla Toscana”.

Articolo tratto da La Nazione.

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